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Una mosca sul vetro

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E Gesù rispose loro: "Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture né la potenza di Dio. Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo”

                                                                                                 Ad  Alessandro Mariani

Una mosca sul vetro appare un istante, poi scompare
nel suo lontano cielo - a me ribrezzo e disconoscimento.
Lilli la gatta caccia piccole farfalle bianche e le sparpaglia
giocando sul balcone. Sembrano un velo trasparente.
Le raccolgo per gettarle via, sbarazzandomi di un pensiero
sgradevole come un rifiuto - per non vedere la fine delle cose,
troppo semplice e normale per essere istoriata in simboli
dentro vetrate accese dove la luce s’infiltra dorata
tra i rossi i blu e i gialli che raccontano come potevamo essere
o come dopo la caduta siamo diventati. Sui banchi della chiesa
inginocchiati, o più comodamente seduti - se si è vecchi o pigri
o appena più orgogliosi o vergognosi ma sempre tra quei muri -
si può volendo pregare per non essere trovati impreparati.
Ma si muore lo stesso in vari modi e non è mai troppo presto
e solo alcune visioni durante il giorno o la notte sembrano uscire
da schemi inaspettati - allora ti dici "è vero, qualcosa accade sul serio
sui banchi che odorano di solitudine di speranza di dolore e di paura".
Così pensi alla croce e a Cristo Pantocrator, ma anche a chi diceva allora,
o forse dice ancora, cose che non regolano il potere o gli accidenti -
bastano forse anche certi quadri o poesie, a volte, a darci questa sensazione,
squarci che si aprono improvvisamente sospendendoci in una gioia
che non tiene più conto del pavimento o del soffitto ma ci innalza -
e ti senti in certo modo giustificata non perché sia tutto uguale,
omologato, giustificato, eppure in fondo sai che è un po’così,
che la colpa non esiste se non nei tribunali e nelle prigioni degli uomini,
e tu ti guardi come dal di fuori - quando sei davvero te stessa
e non vorresti mai che qualcuno ti vedesse o ti leggesse nel pensiero.
A cosa servono i confessionali e i divani degli psicanalisti, o i bar,o l'arte,
se non a farci oltrepassare la paura dell’ignoto, il salto nel vuoto,
quando come trasportati dal forte vento di Paolo e Francesca
sappiamo del nostro tragico e ridicolo destino?  Servono a questo.
Poi, più tardi, usciti allo scoperto, riprendiamo la consapevolezza
che ci è richiesta dai ruoli e dai giochi di potere di chi gestisce
le casse all’entrata, e come ladri potenziali ci guardiamo attorno
stupiti, accerchiati da tante differenze, varietà di colori e odori
che spesso non vorremmo vedere o sentire - ma dal momento che ci sono
fanno parte anche del campo della nostra visione e volenti o nolenti
dobbiamo fare i conti con tutto questo senza ritirarci nel guscio
troppo sottile della mente: in fondo che cos’è la mente? Un'astrazione
sconosciuta? O chimica-fisica-quantistica onda di pensiero che capta
stimoli e cerca di digerirli, trasformandoli in pensieri e parole
che mette in circolo, come fanno le arterie e le vene col sangue?
Questo è quanto ci è dato? Vivere dentro un magma caotico, emozionante,
buffo, doloroso, lieto e tragico, come personaggi a cui è affidato
un canovaccio di cui forse possiamo scegliere la o le scene
da recitare senza prenderci troppo sul serio? Questo è il segreto?
Guardare le persone e il mondo e l'universo intorno come parte di noi, sapendo
che ognuno è sulla scena né più né meno di noi, nato per morire?
Viviamo tutti come nell'attesa di ritornare là dove non sappiamo, ma da dove veniamo.

E ogni storia, ogni sguardo, ogni stella ha la stessa sublime e infima realtà della mosca sul vetro,  che appare un istante - poi scompare. E noi siamo qui ma già da sempre altrove.




 cristina bizzarri - 30/01/2013 17:36:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Che bello Amina, grazie.
:-*

 Amina Narimi - 29/01/2013 23:42:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

mi sono persa tra il dentro e il fuori,lo scompiglio nel tentativo di sentirti e la lettura a pioggia di quel volo...leggevo e leggevo mentre l’icona del "play" appariva e spariva e le parole stavano per finire...ma la speranza di sentirti ritornare l’attendo qui,nella mia emozione che conosco pur non finisco di provare

 cristina bizzarri - 02/12/2012 11:24:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Cara Antonia, è una bellissima sorpresa il tuo commento questa mattina. Sento che hai sentito questo testo!!! E’,di tutte le mie prove di scrittura, la più autenticamente mia: riflette davvero, secondo me, il mio modo di essere e di pensare. Perciò ti ringrazio e ti abbraccio forte.
Ciao.
:-))

 Antonia Sati - 02/12/2012 10:49:00 [ leggi altri commenti di Antonia Sati » ]

Cara Cristina, con questa poesia (stilisticamente peraltro molto bella!) hai toccato alcune profondità dell’esistenza che raramente si trovano messe nere su bianco e di solito è in certi, sempre rari, testi mistici non in quelli poetici, che si fermano più in superficie o proprio in superficie - pur magari alludendo alle profondità in modo implicito. Mi sembra un testo molto importante, soprattutto per te. Ciao!

 cristina bizzarri - 27/09/2012 19:27:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Cara Fiammetta, semplicemente delle mie sensazioni, dei pensieri,delle intuizioni e degli interrogativi. Cioè: io.
Ciao e buona serata.

 Fiammetta Lucattini - 27/09/2012 10:46:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Poesia filosofica o filosofia poetica? Da rileggere per poterne apprezzare la complessità.

 Loredana Savelli - 25/09/2012 17:28:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Io dal mio computer non riesco, ma vglio provare a sentirti. A presto!

 cristina bizzarri - 25/09/2012 17:06:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Silvia: ho seguito un "filo" partito da una mosca sul vetro e l’ho messo sulla Recherche che accetta pensieri sparsi, anche di ragnatele ... mi è piaciuto davvero molto farlo! Grazie per il tuo apprezzamento, di tutti i miei testi è quello che senz’altro preferisco e sento a me più vicino.
Luciana: mi fa davvero un grande piacere che tu mi abbia "letta", vorrei tanto saper dare un’intonazione con una voce "alla Domenico Morana", ma non ho né la sua voce né tantomeno il suo talento. Ma, come vedi, non mi scoraggio neanch’io e mi butto lo stesso! Ciao.
:-)

 Luciana Riommi Baldaccini - 25/09/2012 14:37:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Sai Cristina, io non mi scoraggio mai. Ho scaricato il quicktime e ho ascoltato: la tua bella voce limpida! Complimenti.
Ciao :-))

 Silvia De Angelis - 25/09/2012 13:31:00 [ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]

Pensieri e coinvolgimenti della mente che si accrescono in uno scrivere dai toni intensi e originali
Un saluto Cristina

 cristina bizzarri - 24/09/2012 20:51:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Luciana:un destino benevolo? ;-))

 Luciana Riommi Baldaccini - 24/09/2012 20:22:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Cristina, mi sarebbe piaciuto ascoltarti, ma almeno sul mio computer non compare l’icona del file audio!

 Cristina Bizzarri - 24/09/2012 19:02:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Mi è piaciuto moltissimo fare una prova di lettura, visto che ormai ho perso ogni ritegno! L’intonazione è "artica", ma ne ho letta solo metà per fortuna!
Grazie e ... perdono! :-)

 cristina bizzarri - 23/09/2012 23:14:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

A Nando: io sono lenta, invece, a comprendere, e ho spesso bisogno di guardare e riguardare le cose, gli avvenimenti, per raccapezzarmici. Ma quello che dici rende perfettamente l’idea! "Si forma in te un’apertura e lì ti collochi e attendi: prima o poi sai che una luce ti raggiungerà, ci raggiungerà." Non aggiungo altro che una parola: speranza, che secondo me è molto di più dell’attesa, perché la speranza è sempre presente, mentre l’attesa vuole il futuro, e non è mai soddisfatta. :-)
A Carla e Loredana un affettuoso buona notte. Spero che il mio "pappone" non vi sia rimasto troppo sullo stomaco! :-)

 Ferdinando Battaglia - 23/09/2012 22:59:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

E’ vero, di Alessandro s’ode la sua assenza; anch’io quindi, se me lo consenti, mi associo alla tua dedica.
L’ho trovato, fin dalla prima lettura, un bel testo, indovinato anche nella forma, che meglio - secondo me - amplifica il messaggio che hai voluto affidare dentro il contenuto. Poiché forse non riesco ad esprimerlo in concetti, mi servo di un’immagine che mi si è presentata alla mente: Tu che nella notte osservi il cielo, tutto ti sfugge, e senti i piedi aderenti alla terra; eppure odi un invisibile suono, un richiamo. Si forma in te un’apertura e lì ti collochi e attendi: prima o poi sai che una luce ti raggiungerà, ci raggiungerà.
Ciao Cristina, forse sono uscito dagli argini, forse ho sbagliato tutto. Ma tu sai comprendere anche al di là delle mie parole.

Buona notte

 Carla de Falco - 23/09/2012 22:00:00 [ leggi altri commenti di Carla de Falco » ]

Anche io vorrei sapere in quale altrove (virtuale o reale) s’è ficcato ALESSANDRO.
Nel frattempo ho bevuto questo testo e è stato un’ottima lettura.

 Loredana Savelli - 23/09/2012 21:54:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Allora è ancora più bella! Anche io saluto Alessandro e gli chiedo di tornare.
Ciao!!

 cristina bizzarri - 23/09/2012 21:40:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

E’ un testo, Loredana, che dedico ad Alessandro, che mi manca moltissimo qui alla Recherche. E, se ci segue ancora, lo saluto con amicizia e affetto.
Ciao e grazie della tua lettura.

 Loredana Savelli - 23/09/2012 19:13:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

"Questo è quanto ci è dato? Vivere dentro un magma caotico, emozionante,
buffo, doloroso, lieto e tragico, come personaggi a cui è affidato
un canovaccio di cui forse possiamo scegliere la o le scene
da recitare senza prenderci troppo sul serio? Questo è il segreto?"

Sì, lo penso. E convengo anche sul destino della mosca, già destinata, come noi, prima di noi, all’altrove.

Che bello questo testo-fiume, cullante e carezzevole, consolatorio infine. Non c’è traccia di nichilismo secondo me, ma uno stupore idifferenziato che a molti potrebbee sembrare un girare a vuoto della mente. A me dà una speranza, che davvero la parola poetica si avvicini a quell’indicibile che ci portiamo dentro, che a volte vorremmo vomitare, invece dovremmo tenerlo ben caro e giocarci come la gatta con le farfalle.

Un caro sauto e buona settimana Cristina.

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